No ai CPR. Assemblea regionale
Schedule
Wed, 12 Nov, 2025 at 08:00 pm
UTC+01:00Location
Lungadige San Nicolò 4, Trento, Trentino-Alto Adige | Trento, TR
Advertisement
❌ NO AI CPR. Né qui, né altrove.Assemblea regionale
📅 Mercoledì 12 novembre
🕙 Ore 20
📍 Centro Sociale Bruno, Trento
L’ipotesi era nell’aria da tempo, ma ora - per bocca di Fugatti - è ufficiale: il Centro di permanenza per i rimpatri (CPR) sarà realizzato in Destra Adige, vicino a Piedicastello, in un’area a sud della motorizzazione civile.
È su questa zona che il Presidente della Provincia autonoma di Trento ha dichiarato di aver trovato un’intesa con il Ministero dell’Interno per predisporre il progetto tecnico: un’area di 3.000 metri quadrati, con container, filo spinato, barriere e telecamere, destinata a rinchiudere fino a 25 persone (o più) che non hanno commesso alcun reato.
È bene ricordarlo ancora una volta - soprattutto a Fugatti, che altera a piacimento la realtà e le normative sull’immigrazione: nei CPR vengono trattenute persone che non sono riuscite a ottenere il “documento giusto”. Chi commette reati segue invece un iter giudiziario del tutto diverso.
La giunta Fugatti si è resa disponibile fin dall’estate del 2023 a ospitare un CPR “regionale”, così come aveva fatto Kompatscher per l’Alto Adige-Südtirol. Questi due progetti - uno a Trento e uno a Bolzano - si inseriscono nella strategia del governo Meloni, che punta ad aumentare i centri di detenzione amministrativa in ogni territorio. Nel contempo queste politiche razziste hanno smantellato il sistema di accoglienza, eliminando gli strumenti di inclusione diffusa sul territorio e concentrando di fatto la pressione sui servizi nelle aree urbane (a Trento si stima vi siano fra le 1.200 e le 1500 persone escluse!); parallelamente si è limitata la possibilità di ottenere la protezione speciale, escludendo nuovi canali di regolarizzazione.
Noi sappiamo bene cosa sono i CPR: luoghi di isolamento, violenza e tortura, incompatibili con il rispetto minimo dei diritti umani. Secondo il Forum di Salute Mentale sono i “manicomi del presente”.
Chi vi è rinchiuso subisce condizioni disumane, denunciate da anni da chi vi è ingiustamente recluso, dalle associazioni e dai movimenti antirazzisti, dalle visite ispettive di Garante e parlamentari. Attualmente sono dieci i CPR attivi in Italia, più uno in Albania: pur con grandi opacità dovute alla difficoltà di documentare e di far accedere giornalisti, continuano a emergere notizie di abusi, violenze e rivolte, prove costanti del fallimento di questo sistema.
Anche nella nostra Regione, come in tutta Italia, la propaganda politica cerca di raccontarci che questi centri “servono per la sicurezza”. In realtà alimentano solo paura e razzismo, mentre le politiche di esclusione e precarietà producono proprio quel disagio sociale che si finge di voler combattere. La sicurezza non può nascere dalla sofferenza di chi viene rinchiuso nei CPR: una società che accetta la violenza istituzionale smette di essere davvero sicura per chiunque.
Come Coordinamento regionale “No CPR in Trentino-Alto Adige”, nato nel settembre 2023 e sostenuto da oltre 35 realtà sociali e politiche, ribadiamo:
- Siamo per il ripristino del sistema di accoglienza diffusa come alternativa strutturale alla realizzazione dei CPR in Trentino-Alto Adige/Südtirol!
- Siamo per la chiusura di tutti i centri di detenzione amministrativa: questo sistema non è riformabile!
- Vogliamo l’abolizione della legge Bossi-Fini e dei cosiddetti decreti “sicurezza”!
- Vogliamo percorsi di regolarizzazione, diritti e inclusione!
Torniamo a incontrarci pubblicamente per fare il punto sulla situazione, condividere strumenti di informazione e discutere come mobilitarci nuovamente e concretamente per l’abolizione dei CPR e della detenzione amministrativa.
Advertisement
Where is it happening?
Lungadige San Nicolò 4, Trento, Trentino-Alto Adige, ItalyEvent Location & Nearby Stays:
Know what’s Happening Next — before everyone else does.




