Ciclo Cinemino
Schedule
Wed, 29 Oct, 2025 at 08:30 pm
UTC+01:00Location
Via Molise 58, Cagliari, Sardegna | Cagliari, SA
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Torna il Cinemino dopo la pausa e, approfittando del periodo tenebroso di fine ottobre, usciamo dal selciato dei film più nascosti e riproponiamo un classico che è sempre bene rivedere: Suspiria di Dario Argento ♥️ Ci vediamo mercoledì 29 ottobre alle 20.30… insieme avremo meno paura! Con questo film il regista firma non solo il suo film più compiuto, ma anche una delle esperienze sensoriali più estreme del cinema europeo di quel periodo: siamo nel cuore degli anni Settanta, l’horror sta cambiando pelle, il gotico tradizionale si disintegra sotto l’impatto del cinema moderno (quello di Polanski, di Roeg, di Friedkin) e Argento sceglie di riscriverlo come pura astrazione visiva.
La trama, riducendola all’osso, è quella di una giovane ballerina americana che entra in una scuola tedesca di danza che in realtà nasconde una congrega di streghe, ma il racconto interessa ad Argento solo in parte, se ne serve soprattutto per fare da cornice a un esperimento estetico: ciò che lo ossessiona davvero è la forma, e con la fotografia e le luci impossibili di Luciano Tovoli, la scenografia di Giuseppe Bassan e i colori saturi del Technicolor, ogni spazio diviene un territorio mentale.
Suspiria non si guarda: si attraversa come un sogno febbrile, perchè a un certo punto la paura smette di appartenere alla ragione e si trasforma in pura percezione, ed è così che il regista costruisce il suo capolavoro più radicale, non un semplice horror narrativo, ma un incubo pittorico e allucinato. Fin dai primi minuti infatti (l’arrivo di Suzy sotto la pioggia battente, il taxi che si muove tra lampi di rosso e blu, la scuola di danza che appare come un mausoleo barocco immerso nella notte) il film abbandona qualsiasi pretesa realistica per creare una sinfonia sensoriale: non racconta, ma ipnotizza, confonde, seduce, è un cinema che ritorna al suo stato primitivo, alla sua natura di incantesimo visivo.
Anche la scuola stessa diventa un organismo vivente, pulsante, ostile: corridoi che respirano, porte che gemono, pareti che sanguinano luce, tutto è animato da una forza demoniaca, come se l’architettura stessa partecipasse al sortilegio.
La colonna sonora dei Goblin amplifica questa trance visiva con una partitura ossessiva e percussiva, un battito cardiaco che si insinua sotto la pelle, che non accompagna semplicemente le immagini, ma le possiede come un mantra demoniaco, un suono che evoca la presenza del Male prima ancora che esso appaia.
In Suspiria il terrore quindi non è tanto nella violenza, quanto nell’ordine simbolico che lo sorregge: Argento (ma non da meno Daria Nicolodi, che ha partecipato alla stesura della sceneggiatura) mette in scena la paura del femminile come forza primordiale e indomabile, dove anche la scuola, luogo dell’educazione e della disciplina, diventa un tempio stregonesco dove la conoscenza si trasforma in dominio occulto. Ovviamente il femminile non è rappresentato nel suo senso realistico o psicologico ma come forza arcaica e inaccessibile, ribaltando così l’ordine razionale del mondo maschile, quello del controllo e della ragione, e ci immerge in uno spazio governato dall’irrazionale, dall’intuizione, dal corpo, dal sangue. Il “femminile” di Suspiria è dunque un principio originario, non confinato alla donna in senso biologico, ma esteso alla dimensione magica e naturale dell’esistenza, una madre archetipica, generatrice e distruttrice insieme, che ritorna dal fondo dei miti per reclamare la proprie forze.
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