Scuola Decoloniale | Twiza 2023 | Luce Sant'Ambrogio

Schedule

Sun Jun 18 2023 at 02:00 pm to Tue Jul 18 2023 at 05:00 pm

Location

BASE Milano | Milano, LO

Scuola Decoloniale | Twiza 2023 | Luce Sant'Ambrogio
About this Event

De-colonizzare i corpi da una prospettiva di genere_

Il passato coloniale che ha prescritto la supremazia bianca imprimendo ai corpi tutti una gerarchia di valore, non è dissimile da come opera la norma eterosessuale cisgenere, che impone identità perimetrate. Riscrivere un presente de-coloniale significa liberare i corpi dalle categorie concettuali in cui sono stigmatizzati, sovvertire il concetto di differenza e sostituirlo con quello di specificità: nessuna soggettività è diversa, è semplicemente specifica nei tratti che la caratterizzano — ma che non la sovradeterminano. In tal senso, un presente depurato da una logica coloniale, si deve rivolgere anche alle tematiche di genere, per de-colonizzare i corpi nei punti e nelle caratteristiche che la cultura ha imposto di sessualizzare e categorizzare in un ordine di potere gerarchico. In quanto costrutto culturale codificato da precisi atti performativi, il genere presunto dal proprio sesso biologico marchia l’esistenza di un soggetto, proibendo la libertà della conoscenza di sé e inibendo quella del mondo che lo circonda. La stessa società che si è costruita sui dettami della colonizzazione ha anche stabilito un contratto eterosessuale (e cisgenere) su cui fondare la propria legittimità al potere, ripartendo i corpi in base a una gerarchia assolutistica che distingue gli uomini, quali unici detentori di potere e privilegio, e le donne, quali soggetti asserviti al potere maschile con l’unico compito della procreazione. Se immaginiamo il corpo come un continente — anche nel duplice senso che in sé contiene già tutto il sapere—, ogni regione esercita un potere differente e il “paese corporeo” che detta la propria egemonia sul resto del corpo e lo colonizza è la regione genitale. Per cui, ogni altra soggettività cosiddetta “non-conforme” è esclusa categoricamente dalla ripartizione del possibile ed è costretta a vivere nei margini del vivibile, in una realtà transitoria, che migra tra i margini della legalità e gli stereotipi che delineano chi sfugge dalla norma come un pericolo che attenta alla fortezza eterocispatriarcale.

Il seminario vuole riflettere sulla consapevolezza del proprio corpo, metterla in dubbio per mettere in crisi le sovrastrutture culturali e storiche che l’hanno forgiata, nel tentativo di acquisire strumenti di conoscenza per liberare la propria identità. In una pratica performativa relazionale, il confronto e la messa in discussione delle leggi eterocisnormative vogliono aprire un varco nel granitico muro di immaginari e stereotipi costruiti per separare la società eterocisnormata e le soggettività autodeterminate, affinché si possa riscrivere, insieme, un nuovo paradigma di intelligibilità dei corpi.

Prima dell’incontro verranno condivisi dei brevi testi, in grado già di attivare una riflessione personale ed intima di quel che verrà proposto nell’elaborazione dell’incontro.

La prima parte del lavoro sarà volta a costruire una linguaggio condiviso: esistono molte parole legate in qualche modo alle “questioni di genere”, ma molto spesso o non ne si conosce il significato effettivo e le si usa in maniera impropria, o tal volta la consuetudine del parlato ci porta ad un utilizzo offensivo e discriminatorio dei termini, spesso anche inconsapevolmente. Proverò dunque a condividere una grammatica che sto ricostruendo, non in una lezione frontale, ma anche in dialogo con lə presentə, che mi piace immaginare coinvoltə in un processo di riscrittura di un nuovo vocabolario.

Nella seconda parte, a seguito di un training che ci liberi dal fuori e riconnetta con il nostro corpo, alla luce delle questioni prima trattate, vi proporrò degli esperimenti fisici affinché possiate scoprire, in maniera incarnata, l’asimmetria di genere prodotta da una logica di potere sui corpi. Vi chiederò di connettervi con quella parte di femminile o maschile che avete, di lavorarla, portarla in superficie. Inizialmente nello spazio protetto della stanza, fino poi al livello più estremo: mostrarla in uno spazio non più neutro, in una breve passeggiata nei dintorni: prendere un caffè in un bar, chiedere una informazione, per osservare come lo sguardo altrui ci percepisca e sovradetermini. Questo per comprendere in che modo la necessità di decolonizzare gli spazi si unisca intrinsecamente alla necessità di desessualizzarli, riscrivere una geografia del corpo decolonizzandola dalle gerarchie di potere genitali.

In conclusione, condivideremo le sensazioni e le esperienze vissute, in un ambiente libero e privo di ogni giudizio. Una riflessione individuale e collettiva che, spero, ci faccia raggiungere un livello ulteriore di consapevolezza dei corpi e del nostro corpo.

Alle persone AMAB (assigned male at birth) che si riconoscono in un’espressione di genere maschile chiedo, se possibile e se si sentono a proprio agio, di radersi la barba.

A tuttə chiedo di portare capi di abbigliamento tipici del genere opposto a quello cui si sente di appartenere (esempio: donna cisgender etero che porta felpone e jeans larghi/ uomo cisgender etero che porta un abito lungo o una gonna e un top), e capi che usate quotidianamente, anche in abbondanza, in modo da poterli condividere con chi non è riuscitə a trovarli. Portate trucchi, se ne avete, tacchi (anche non vostri, di altre misure), parrucche, occhiali da sole, gioielli, reggiseni, elastici per capelli (per chi li ha lunghi), cappellini.

Per chi se la sente — nulla è obbligatorio e tutto è accolto — è proposta una esperienza di nudità, riformulata e riconfigurata rispetto alle questioni trattate.


Luce Sant’Ambrogio nasce nel 1991 in provincia di Milano. Si laurea in Beni Culturali indirizzo Spettacolo col massimo dei voti e si diploma come attrice presso la Scuola Quelli di Grock. Viene ammessa alla magistrale Teatro e Arti Performative dell’Università Iuav di Venezia, laureandosi con il massimo dei voti e la sua tesi è in fase di pubblicazione dopo ave vinto una menzione speciale al premio Mario Luzi. Ha collaborato con la webzine Krupp’s Last Post in qualità di critica teatrale, ha pubblicato due sillogi poetiche ed è comparsa in una miscellanea. Attualmente è dottoranda in Studi Internazionali all’Università L’Orientale di Napoli con un progetto di ricerca che indaga ulteriormente i Gender Studies e i Performance Studies. Recentemente ha lavorato con Fiorenza Menni e con Marcela Serli. Continua a condurre laboratori teatrali e a proporsi come formatrice sulle “questioni di genere” nelle scuole e nelle aziende.


Requisiti:

Tuttə sono ammessə alla lezione/laboratorio, sia chi interessatə semplicemente ai temi, sia chi già predispostə alle arti performative. Le uniche persone esclusə sono quelle omobitransfobiche, che, nel caso, saranno allontanate dall’attività per non compromettere il lavoro e l’esperienze dellə altrə partecipantə.

Where is it happening?

BASE Milano, 34 Via Bergognone, Milano, Italy
Tickets

EUR 20.00

Milano Mediterranea

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