ascoltiamo con il cantautore GALLICCHIO il suo primo EP "ANALISI UNO"
Schedule
Wed Jan 21 2026 at 09:00 pm to 10:00 pm
UTC+01:00Location
Storie Del Vecchio Sud | Bari, PU
Seguono i testi del comunicato-stampa circa la pubblicazione del lavoro e una breve presentazione dell’EP fornitaci dall’Artista, che ringraziamo per aver accettato il nostro invito.
"Disponibile dal 10 ottobre su tutte le piattaforme digitali “Analisi uno”, EP d’esordio del cantautore pugliese Gallicchio. Un piccolo viaggio cantautorale in grado di stimolare un sorriso e una riflessione, attraverso arrangiamenti essenziali a supporto di testi che vogliono “dare del tu” a chi ascolta.
L’EP è stato concepito sul finire del 2024, con una manciata di idee in testa e qualche brano ancora monco tra le mani. L’obiettivo è uno soltanto: un’analisi delle emozioni, in relazione con sé stessi e con gli altri, nel modo più semplice, ironico ed empatico possibile. Mettere il punto sul potere della leggerezza nell’affrontare la realtà di tutti i giorni, che sia il senso di inadeguatezza, la nostalgia, l’amicizia passata, l’amore che va via e quello che resta.
“Analisi uno è tipicamente il primo esame di ogni matricola iscritta ad un qualunque corso di ingegneria. E come per alcune cose che ci capitano, viene spesso preso troppo sul serio”. – Gallicchio.
CREDITS
Testo e musica: Gianvito Gallicchio
Produzione: Gianvito Gallicchio e Antonio Rafaschieri, eccetto Crooked Waves in “Paso adelante”
Mix: Antonio Rafaschieri, eccetto Michele Valente in “Paso adelante”
Master: Alex Grasso, eccetto Gabriele Barban in “Paso adelante”
Si ringraziano Luca Giannotti, Danilo De Candia, Gilberto Bufi per “Paso adelante”
Foto copertina e artwork: Barbara Rigon
TRACKLIST
1. Vincenza
2. Ciao Fulvio
2. E invano, ho ascoltato Cristina Donà
4. Paso adelante
5. Lezioni di Mariù
6. Cosa sai di me
DESCRIZIONE TRACK BY TRACK
Vincenza: un brano sulla condizione di inadeguatezza, sul sentirsi fuori posto, a causa del peso delle cose scelte da altri o proprio da sé stessi.
Ciao Fulvio: poco più che una dedica all’amico che non si vede da tempo, a causa di un litigio, di un’incomprensione o magari perché le scelte fatte e le strade intraprese hanno portato a vivere vite lontane.
E invano, ho ascoltato Cristina Donà: un brano su tutte quelle relazioni in bilico, non meglio definite, in cui si ha sempre la percezione del restare “appesi” rispetto decisioni dell’altro.
Paso adelante: una semplice canzone sulla complessa fase del lasciare andare qualcuno/a. Una strada fatta di cambiamenti tentati e di cui non si vedono gli effetti, di anedonia, di ricordi che se ne vanno e di altri che tornano.
Lezioni di Mariù: un flusso di coscienza navigando tra le immagini che possono invadere la mente mentre è mezzanotte, sei all’aperto, piove e hai dimenticato l’ombrello.
Cosa sai di me: una canzone sull’affidarsi, sull’amore che resta e che ipotizza il futuro degli scenari più semplici eppure più importanti.
CHI È GALLICCHIO?
“Ehilà! Sono Gallicchio, sono di Ceglie Messapica, luogo dove chitarre acustiche e nostalgia si legano molto facilmente. Il risultato che vien fuori è un cantautorato un po’ ironico, un po’ scanzonato, con la giusta dose di malinconia. Quando non suono ballo il Lindy Hop e faccio il ricercatore universitario, ma non ho ancora trovato nulla”.
Gallicchio è un cantautore emergente nato e cresciuto a Ceglie Messapica, nel cuore della Puglia. Prende in mano la chitarra quasi prima di imparare a camminare e durante l’adolescenza inizia a scrivere le sue prime canzoni. Nel frattempo, studia altro, impara a ballare lo swing e trova anche il tempo per correre una maratona. È alla fine del 2024 che torna a scrivere con una nuova consapevolezza. I suoi brani presentano arrangiamenti essenziali e testi ironici, con riferimenti al cantautorato classico.Nel giugno 2025 esordisce con il singolo “Vincenza” che riceve un ottimo riscontro di critica e pubblico, seguito da “Lezioni di Mariù” (luglio 2025) e “Paso adelante” (settembre 2025). Il 10 ottobre 2025 esce “Analisi uno” l’EP d’esordio di Gallicchio.
Descrizione dell'album
Analisi uno è tipicamente il primo esame di ogni matricola iscritta ad un qualunque corso di ingegneria. E come per alcune cose che ci capitano, viene spesso preso troppo sul serio.
L’idea di questo album nasce sul finire del 2024, con una manciata di idee in testa e qualche brano ancora monco tra le mani. Le canzoni che lo compongono sono state tutte tra la fine di dicembre e la fine di marzo. La prima nata è Vincenza, che poi, casualmente, sarà anche il primo singolo. È un brano che parla della condizione di inadeguatezza che capita di sperimentare quando il contesto sociale, lavorativo o privato non lo sentiamo nostro, ci manda in frustrazione e non ci consente più di separare chi siamo da ciò che facciamo. La metafora del chiamarsi Vincenza, nome in disuso (o comunque sicuramente non tra i trendy names), è un modo per ironizzare sulle scelte che finiscono per definirci anche se non vogliamo. Armonicamente abbastanza dritto, a parte un accordo minore di quarta nel bridge, il brano si sviluppa sulla tonalità di MIb/DO-, puntando sulla semplicità ed essenzialità dell’arrangiamento, caratteristica abbastanza trasversale nell’intero EP.
Due giorni dopo aver composto Vincenza, ho scritto l’ultima canzone dell’EP, vale a dire “Cosa sai di me”, unica ballad vera e propria del disco e brano più positivo di questa prima tornata musicale. Una canzone sull’affidarsi e sull’immaginare il futuro degli scenari più semplici eppure più importanti. Anche qui siamo in Mib e anche qui l’armonia resta nell’ordinario per quanto invece l’arrangiamento cerca invece di esaltare i movimenti melodici guidati dalla voce e dalle chitarre.
Paso adelante invece nasce per caso, in un pomeriggio di gennaio e si sviluppa, in maniera simile ad altri brani, come un flusso di coscienza. Anche qui ciò che mi ronzava in testa era una semplice metafora: cambiare le pile al telecomando e rendersi conto che continua a non funzionare. Mi faceva pensare a tutta la fase in cui cerchiamo di lasciare andare qualcuno e qualunque cosa facciamo sembra non farci fare alcun passo avanti. Da lì è nato un testo che tra un riferimento alla cultura millennial e l’altro, finisce con una frase che ha la funzione di rendere ordinario l’altro/a e farlo scendere dal piedistallo. In questo caso il brano si sviluppa su una strofa in LA- e un ritornello che apre in MI maggiore anticipato da un passaggio su due accordi di dominante. L’arrangiamento presenta un piccolo tema di chitarra elettrica e la solita essenzialità nei suoni.
Tocca muoversi verso febbraio per individuare l’origine dei brani “Lezioni di Mariù” e “Ciao Fulvio”, molto diversi nel testo, nella musica e nelle intenzioni. Il primo nasce dopo una settimana con la febbre, in cui spesso il super io si allenta un po’. Il brano è una carrellata di immagini, quelle che possono invadere la mente quando è mezzanotte, sei all’aperto, piove e hai dimenticato l’ombrello. E allora magari vaghi tra i ricordi, senza una connessione così evidente tra loro, se non l’aspetto nostalgico che generano come risultato. Fino ad arrivare alle lezioni di filosofia al liceo, quando c’era tutto il tempo, anche quello di prendere le decisioni sbagliate. Come per Paso adelante, questo brano gioca si muove su due tonalità, una per “parte canzone” e qui la chitarra acustica che accompagna vuole prendersi tutta la scena, ma senza strafare, come al solito.
Ciao Fulvio è invece poco più (o poco meno) che una dedica all’amico che non si vede da tempo, a causa di un litigio, di un’incomprensione o magari perché le scelte fatte e le strade intraprese hanno portato a vivere vite lontane. Come per il precedente, la chiave di lettura è sempre la nostalgia leggera, la malinconia che fa un po’ di tristezza ma che non fa arrabbiare, la voglia di rivedersi ma senza averne l’ossessione. L’utilizzo dei tre nomi, Furio (riferimento a Verdone), Fulvio e Pietro vuole evidenziare la distanza e la non-riconoscibilità dell’altro, o anche solo la confusione. Qui il ritmo ha qualcosa di carnevalesco, soprattutto nella strofa che sviluppa sulla tonalità di SI. Poi un RE7 porta l’ascolto in SOL maggiore che diventa in realtà subito RE maggiore nella sequenza armonica degli accordi.
Il terzo brano dell’EP è l’ultimo, dei sei, che ho scritto. “E invano, ho ascoltato Cristina Donà” ha anche il titolo più lungo e parla di tutte quelle relazioni in bilico, non meglio definite, in cui si ha sempre la percezione del restare “appesi” rispetto decisioni dell’altro. O anche le relazioni finite ma che hanno lasciato qualcosa di irrisolto. La canzone è nata perché fino ad un anno fa non conoscevo la cantautrice che dà il titolo alla stessa. Il consiglio di una mia amica, unito ad una curiosità musicale che ho sempre avuto, mi hanno portato ad ascoltare una buona parte del suo repertorio in tempi neanche troppo lunghi. Da lì, complici anche le tematiche che lei porta nelle sue canzoni, è nato un ritornello quasi per gioco. Il dramma viene supportato comunque da un ritmo abbastanza scanzonato e sviluppa sulle tonalità di RE per la strofa e FA# per il ritornello, con un evidente e voluto cambio di dinamica e intenzione tra le due parti.
Non c’è la pretesa o l’ambizione di considerare questi sei brani come parte di un vero e proprio concept album. Inevitabilmente però, data la scrittura avvenuta in tempi molto vicini, è stato possibile individuare più di una connessione tra di loro.
L’obiettivo comune infatti è uno soltanto: un’analisi delle emozioni, in relazione con se stessi e con gli altri, nel modo più semplice, ironico ed empatico possibile. Mettere il punto sul potere della leggerezza nell’affrontare la realtà di tutti i giorni, che sia il senso di inadeguatezza, la nostalgia, l’amicizia passata, l’amore che va via e quello che resta. L’intento è proporre un piccolo viaggio cantautorale che possa stimolare un sorriso e una riflessione, attraverso arrangiamenti essenziali a supporto di testi che vogliono dare del tu e tendere una mano a chi ascolta."
]a cura di Angelo Pantaleo[
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