"LE LACRIME DI ELEONORA DUSE, L'ANIMA E LA SCENA" Lezione aperta di Irina Casali, IX ed . SAFFO
Schedule
Sat, 11 Oct, 2025 at 10:00 am
UTC+02:00Location
via Brioschi 60, Italy, 20141 Milan, Italy | Milano, LO
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Sabato 11 OTTOBRE h. 10.00-13.00
La lezione aperta e gratuita di Irina Casali, curatrice del seminario, chiude la IX° edizione di SAFFO SPERIMENAZIONI ARTISTICHE FILOSOFICHE FUORI ORBITA dedicata a "IL GIARDINO DELL'ANIMA"
l'incontro dal titolo:
LE LACRIME DI ELEONORA DUSE, L'ANIMA E LA SCENA è una meditazione sul legame tra anima e creazione, un omaggio alla "Divina" (umanissima) che fa luce sulle qualità della recitazione della più grande attrice italiana, che ispirò il Sistema di K. Stansilavskij.
Consacrata come la "Divina", Eleonora, fu tutt'altro che una diva istrionica, al contrario, il cuore della sua interpretazione si reggeva su principi di profondità, intimità mai visti prima.
La sua recitazione sincera, organica, raggiunse i cuori di tutto il mondo, scavalcando barriere linguistiche e culturali.
Faceva vibrare le emozioni del pubblico con una potenza che andava oltre le parole. Recitava in italiano, ma la sua lingua era quella universale dell’anima, fatta di sguardi, gesti e silenzi.
Anton Čechov, dopo aver assistito a San Pietroburgo all'interpretazione di Eleonora scrisse alla sorella: «“Non conosco l’italiano, ma la Duse ha recitato così bene che mi è sembrato di comprendere ogni parola”.».
Da Bernard Show a Charlie Chaplin, Hugo Von Hofmannsthal a Čechov, i grandi della sua epoca l'hanno riconosciuta non solo eccezionale, ma interprete di una nuova arte.
"..La sua voce veniva dalle ceneri di una tragica passione. Non compresi una parola, ma mi resi conto di essere alla presenza della più grande attrice che avessi mai visto.” Così Chaplin descrive l'interpretazione di Eleonora, in un articolo che riporta nell'Autobiografia, dove la descrive come una donna anziana, che cela dentro di sé una bambina infelice, dal palpito di un grande cuore. Un’artista perfetta, non studiata. Diretta e terribile.
"Quando (la Duse) entra in scena - scrive Shaw - , prendete pure il binocolo da teatro e contate pure quante rughe il tempo e gli affanni hanno tracciato sul suo volto. Sono le credenziali della sua umanità; essa sa fare qualcosa di meglio che occultare questi significativi segni del tempo sotto uno strato di pelle di pesca che si compra dal chimico.... La Duse è in azione da appena cinque minuti, ed è già un quarto di secolo avanti rispetto alla più bella donna del mondo... La verità è che, nell' arte di essere bella, Sarah Bernhardt è una bambina al suo confronto".
La Duse conquistava i cuori senza lottare, vi si arrendevano spontaneamente. La sua potenza espressiva era una rivoluzione del corpo e dell'anima.
Entrava in scena quasi invisibile, nuda di artifici. Senza trucco, né voce impostata: una verità carnale e sincera. La sua recitazione spezzò le catene del teatro ottocentesco, fatto di declamazioni enfatiche e gesti meccanici.
La sua poesia si opponeva all'idea di attore che ispirò l'allora nascente Accademia di Arte Drammatica fondata da Silvio D'Amico, progetto a cui, invitata dal critico, non volle mai collaborare.
La presenza della Duse sul palco era fatta di sguardi penetranti, silenzi, gesti minimi, spesso nascosti: "azioni interiori" con cui segnò l’alba di una nuova era per il teatro.
La Russia accolse Eleonora come una messaggera dell’anima, la venerò e la omaggiò per il suo talento, ma soprattutto per la capacità di incarnare l’essenza tragica della vita umana. La sua interpretazione non conosceva barriere, perché parlava con l’anima e l’anima non ha patria.
Eleonora fu la musa per molti intellettuali russi, che riconobbero in lei una profondità e purezza artistica libera da ogni vanità.
La relazione con la cultura russa fu fondamentale per la sua evoluzione artistica e personale. La tournée in Russia, che culminò con l’esibizione a Mosca nel 1891, fu un punto di svolta.
Questo rapporto non si limitò all'interpretazione di opere teatrali, ma divenne un viaggio profondo nell’anima.
Scrisse Eleonora, citando il suo approccio al teatro russo: «Nel suo teatro ho attinto nuovamente alla verità e alla poesia. La poesia e la verità sono le sorgenti più profonde per la sostanza della nostra arte e per l’anima dell’artista».
Nella seconda tournée russa, del 1896, Eleonora incontrò a San Pietroburgo Vera Komissarzhevskaya. L’attrice italiana prese tra le mani il volto della più giovane attrice russa, instaurando un dialogo muto, carico di energia spirituale.
Accomunate dalla grande empatia, entrambe portarono in scena l'energia interiore, esprimevano il divino femmineo, collocandosi nell'immaginario collettivo sopra il coro degli attori, in una dimensione quasi mistica.
La Duse non recitava i personaggi, ma incarnava il dramma umano delle donne che portava sulla scena, e il pubblico russo lo percepiva in modo intenso. Le code file infinite davanti ai teatri per assistere alle sue performance erano segno dell'amore che il popolo nutriva per la sua arte.
Eleonora non sfidava solo convenzioni teatrali e cliché dell’epoca, trasformava ogni performance in una nuova scoperta di sé e del pubblico.
L'amicizia e collaborazione con Konstantin Stanislavskij fu determinante. Eleonora, influenzò profondamente la nascita del Teatro d'Arte di Mosca (fondato nel1898 da Stanislavskij e Nemirovič-Dančenko).
Stanislavskij dichiarò: «Se non si recita come lei bisogna abbandonare per sempre il teatro».
Simbolo della purezza artistica priva di artifici, non fu solo un modello di interpretazione per i contemporanei, ma ispirò colui che avrebbe rivoluzionato la recitazione teatrale in tutto il mondo.
INGRESSO GRATUITO CON TESSERA AICS (10 euro)
Seguirà la presentazione della X edizione del seminario SAFFO
e un Momento Conviviale.
Prenotazione necessaria:
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